Il suo pub si chiamava Guest House, era a Fuorigrotta, il quartiere nel quale siamo nati, ed esiste ancora. Insomma, arrostiva hamburger e faceva panini mio fratello! Ciò, nonostante avesse studiato molto, ed il suo è stato il primo pub a portare in città birre europee. Era il 1975. Di lì a poco il primo articolo per lUnità, nella mitica sede napoletana di via Cervantes 55, fucina di talenti giornalistici. Quel pezzo, di fatto, segnò linizio della sua carriera da giornalista. Brillantissima in pochissimo tempo, fu una sua amica a proporgli di scrivere quellarticolo e da lì è iniziato tutto. Nostro padre era uno storico lettore di Paese Sera e comprava lUnità solo quando scriveva Franco.
Un Franco Di Mare giovane, intraprendente e con le idee molto chiare, che si dava molto da fare, che a 15 anni già diceva di voler fare il giornalista e che come molti napoletani aveva con la città un rapporto di amore e odio. Nessuno poteva parlare male di Napoli, solo lui poteva farlo. E alla fine ha scelto di riposare a Napoli, le sue ceneri sono qua e ha voluto che fossero disperse a Posillipo, nel mare in cui ha imparato a nuotare, con laiuto di nostro nonno. Era un professionista già di grande esperienza, e visto il suo lavoro da inviato sul fronte diventò noto al grande pubblico grazie alla conduzione di “Uno Mattina”, su Rai Uno. Ma non era quella la sua specificità. Ad un certo punto si era stancato, non ce la faceva più a fare linviato di guerra, ha sentito lesigenza di rallentare. Diventa vicedirettore di Rai 1 nel 2019, poi dal 14 gennaio 2020 direttore generale dei programmi del giorno della Rai e, infine, viene nominato direttore di Rai 3 nel maggio 2020. Ricordo la telefonata col lui subito dopo la nomina a direttore Rai. Mi raccomandò in maniera perentoria di non contattare mai, mai nessuno della trasmissione di Rai3 che si occupava e si occupa di sanità e salute, “Elisir”. Motivo? Evitare anche solo il sospetto di possibili conflitti dinteresse. Ecco chi era Franco. Io non so quanto gli abbiano messo i bastoni tra le ruote e non so quante trappole abbia avuto nellultimo anno come direttore di Rai Tre, ma credo che gli ultimi anni li abbia vissuti con grande difficoltà. Infatti quando Franco è andato in pensione era un uomo sereno, libero, veramente era arrivato al punto di non farcela più. Anche perché questa qua non era più la Rai di quarantanni fa. Oggi Franco in questa Rai qui non ci sarebbe stato, non ci avrebbe messo la faccia.
Gino Di Mare
